“Odio l’estate” è l’ultima antologia edita dalla casa editrice di Giulio Perrone (Roma) che contiene anche un mio breve racconto in 2015 caratteri e spiega perché “odio l’estate”… Qui di seguito un estratto del mio racconto: L’attesa. Eccomi, seduto per terra, zuppo per la pioggia che scende da ore. E la chiamano estate questa? La strada si è trasformata in un lago. Una macchina mi sfiora provocando un’onda che mi copre tutto. Indietreggio e aspetto. Le nuvole lasciano ogni tanto spazio alle stelle in un cielo scuro. A tratti smette di piovere ma io sento tanto freddo in quest’estate che è appena incominciata. ‹‹Prendi la palla!›› Sento ancora la tua voce, vedo il tuo sorriso e ricordo la mia corsa per prendere la palla e riportartela. Il tuo abbraccio è il più bel premio che posso ricevere. Poi il viso di mamma che si affaccia dalla cucina: ‹‹La cena è pronta!›› La corsa verso casa e quel cibo meraviglioso che riempie la pancia prima di dormire. Ora sento un vuoto dentro, una ferita profonda che non si rimargina più. Ricordo le valigie sul letto, i vostri discorsi. ‹‹Te l’avevo detto, è un impiccio.›› Vedevo le tue lacrime, solo tue, prima di farmi salire in macchina. Ti eri seduta vicino a me, avvertivo la tristezza del tuo piccolo cuore mentre gli altri ridevano felici. Felici di partire, come me, tutti insieme. ‹‹Ritorno a prenderti, lo prometto›› mi sussurravi. Poi quel rumore dei freni, lo sportello che si apre e si chiude, la macchina che si allontana, io che corro. Aspettatemi! Non lasciatemi qui! Faccio parte della famiglia! Sono sul bordo della strada, l’asfalto è ancora bagnato. Mi avvicino ad una pozzanghera, mi ci specchio dentro, per capire perchè. Le luci di una macchina si avvicinano a tutta velocità in questa notte di inizio estate. L’urto è tremendo. Volo come un uccello prima di ripiombare a terra, il corpo si apre, il dolore è ovunque, lancinante. Ciò che avevo dentro si sparge sull’asfalto, come le mie illusioni. Avverto dei passi, poi le voci.
‹‹E’ solo un bastardino!››
‹‹Sempre un cane è! Cosa possiamo fare?››
‹‹E cosa vuoi fare? Ormai è andato. Sarà un cane abbandonato. Dai andiamo.››
Eccomi, steso sull’asfalto, in attesa che vieni a prendermi. Riprende a piovere. Ah, come odio l’estate!
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